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Clostridioides difficile

Combattere la minaccia crescente di C. difficile

L'infezione da Clostridioides (precedentemente noto come Clostridium) difficile (CDI) è una delle principali cause di infezione ospedaliera in tutto il mondo.1

È responsabile del 15-25% dei casi di diarrea ospedaliera e può portare a complicanze potenzialmente letali, dalla colite pseudomembranosa fino al decesso.1

In Europa, ogni anno il C. difficile causa:

oltre 150.000

nuove infezioni

8000

decessi stimati, ad esso associati

3 miliardi di euro

in costi sanitari aggiuntivi

Negli Stati Uniti, ogni il anno C. difficile causa:

circa 500.000

casi di nuove infezioni

29.000

decessi stimati ad esso associati

2,4 milioni di euro

per giorni di degenza in ospedale

1,5-7 milioni di euro

in costi sanitari aggiuntivi3

La CDI non è limitata all'ambiente ospedaliero

Sebbene la CDI sia principalmente considerata  come un'infezione ospedaliera, si stima che, negli Stati Uniti, fino a 1/3 di tutti i casi siano acquisiti in comunità.4

I casi di CDI sono aumentati negli ultimi 20 anni; i casi di CDI ospedaliera (HA-CDI) sono aumentati di 19,3 volte, mentre i casi di CDI acquisita in comunità (CA-CDI) sono aumentati di 5,3 volte.5

La velocità è fondamentale per una gestione tempestiva

Il C. difficile si è rivelato molto difficile da gestire e controllare a causa della persistenza delle sue spore nell'ambiente e dell'elevata trasmissibilità. Oltre alla trasmissione da parte di pazienti sintomatici con infezione da C. difficile, ci sono pazienti colonizzati da C. difficile che sono spesso asintomatici, ma che possono ancora trasmettere l'infezione ad altri.7

La comparsa negli ultimi anni di ceppi con aumentata virulenza e resistenza alla terapia antibiotica  è coincisa con una crescente incidenza di infezioni e di esiti avversi.8

I ricercatori e gli specialisti della sanità pubblica ora riconoscono la CDI come una minaccia emergente a causa della sua crescente incidenza, gravità e mortalità.9

Al fine di combattere la minaccia crescente di C. difficile, una diagnosi accurata e tempestiva è essenziale per un trattamento precoce e appropriato.8

È necessaria una diagnosi precoce e accurata per minimizzare la trasmissione

Il rilevamento rapido e accurato di C. difficile continua a rappresentare una sfida, poiché i metodi diagnostici tradizionali hanno dei limiti intrinseci.

  • Esami colturali: laboriosi e richiedono tempo
  • Test immunologici enzimatici: sensibilità o specificità limitata

 

Sono stati sviluppati algoritmi utilizzando combinazioni di test immunologici enzimatici per superare le carenze dei singoli test.9 Tuttavia, questi algoritmi sono complessi e possono ritardare la diagnosi.

La diagnostica molecolare supporta una gestione appropriata

Rispetto ai metodi tradizionali di identificazione del C. difficile, i test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT), tipo la PCR, offrono miglioramenti in termini di:

  • velocità
  • sensibilità
  • specificità

 

Combinando velocità e accuratezza, il test della PCR per il C. difficile aiuta la diagnosi precoce e accurata di CDI da pazienti sintomatici, riducendo la necessità di complessi algoritmi di test prima di applicare un trattamento antibiotico appropriato e per implementare le misure di controllo delle infezioni che possono ridurre al minimo la trasmissione di C. difficile.

Bibliografia:

 

  1. Leffler DA, Lamont JT. Clostridium difficile infection. N Engl J Med. 2015 Apr 16;372(16):1539-48. doi: 10.1056/NEJMra1403772. PMID: 25875259.
  2. Marra F, Ng K. Controversies Around Epidemiology, Diagnosis and Treatment of Clostridium difficile Infection. Drugs. 2015 Jul;75(10):1095-118. doi: 10.1007/s40265-015-0422-x. PMID: 26113167.
  3. Garg SK, Lu K, Duncan J, Peterson LR, Liesenfeld O. Equivalent Performance of the Cobas® Cdiff Test for Use on the Cobas® Liat® System and the Cobas® 4800 System. Eur J Microbiol Immunol (Bp). 2017 Dec 5;7(4):310-318. doi: 10.1556/1886.2017.00034. PMID: 29403660; PMCID: PMC5793701.
  4. Collins CE, Ayturk MD, Anderson FA Jr, Santry HP. Predictors and outcomes of readmission for Clostridium difficile in a national sample of medicare beneficiaries. J Gastrointest Surg. 2015;19(1):88-99. doi:10.1007/s11605-014-2638-6
  5. Gupta A, Patel R, Baddour LM, Pardi DS, Khanna S. Extraintestinal Clostridium difficile infections: a single-center experience. Mayo Clin Proc. 2014 Nov;89(11):1525-36. doi: 10.1016/j.mayocp.2014.07.012. Epub 2014 Sep 20. PMID: 25245597.
  6. Giulia Fadda, Paolo “Fortunato” D’Ancona, Patrizia Spigaglia, Fabrizio Barbanti e Enrico Maria Criscuolo - Dipartimento Malattie Infettive, ISS (2023, March 2). Sorveglianza delle infezioni da Clostridioides difficile. https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza-ica/sorveglianza-infezioni-clostridioides-difficile
  7. Nagy E. What do we know about the diagnostics, treatment and epidemiology of Clostridioides (Clostridium) difficile infection in Europe? J Infect Chemother. 2018 Mar;24(3):164-170. doi: 10.1016/j.jiac.2017.12.003. Epub 2017 Dec 27. PMID: 29289484.
  8. Hookman P, Barkin JS. Clostridium difficile associated infection, diarrhea and colitis. World J Gastroenterol. 2009 Apr 7;15(13):1554-80. doi: 10.3748/wjg.15.1554. PMID: 19340897; PMCID: PMC2669939.
  9. Lessa FC, Gould CV, McDonald LC. Current status of Clostridium difficile infection epidemiology. Clin Infect Dis. 2012 Aug;55 Suppl 2(Suppl 2):S65-70. doi: 10.1093/cid/cis319. PMID: 22752867; PMCID: PMC3388017.
  10. Surawicz CM, Brandt LJ, Binion DG, Ananthakrishnan AN, Curry SR, Gilligan PH, McFarland LV, Mellow M, Zuckerbraun BS. Guidelines for diagnosis, treatment, and prevention of Clostridium difficile infections. Am J Gastroenterol. 2013 Apr;108(4):478-98; quiz 499. doi: 10.1038/ajg.2013.4. Epub 2013 Feb 26. PMID: 23439232.