Oggi sappiamo che non esiste un solo tipo di carcinoma mammario, ma che questa malattia si caratterizza per la sua elevata eterogeneità. Nel tempo è stato infatti possibile caratterizzare i diversi sottotipi di carcinoma alla mammella sulla base del loro profilo molecolare, il cui studio ha permesso di associare a ciascuno di essi la migliore opzione terapeutica. Le soluzioni diagnostiche di immunoistochimica avanzata (IHC), ibridazione in situ (ISH) e reazione a catena della polimerasi in tempo reale (PCR) di Roche consentono la corretta identificazione del sottotipo di carcinoma mammario e di conseguenza la definizione del miglior trattamento terapeutico da riservare al paziente, garantendo una terapia personalizza nell'ambito del carcinoma mammario.
Il carcinoma mammario (BC) è il secondo tumore più comune al mondo con una stima di 2,09 milioni di nuovi casi nel 2020.2 La tipologia più comune di carcinoma mammario è positiva al recettore ormonale (HR) e negativa al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2), con una prevalenza di circa il 70%.3,4 Fino al 40% delle pazienti con carcinoma mammario HR-positivo/HER2-negativo presenta mutazioni attivanti nel gene PIK3CA, che induce l’iperattivazione dell’isoforma alfa (p110α) della fosfatidilinositolo 3-chinasi (PI3K).5-7 L’attuale terapia standard per pazienti con carcinoma mammario avanzato HR-positivo e HER2-negativo è la terapia endocrina, con o senza l’utilizzo di un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK4/6).8-10 Tuttavia, la maggior parte dei pazienti svilupperà resistenza acquisita alla terapia endocrina.11,12
Ad oggi l’unica opzione terapeutica presente sul mercato per le pazienti affette da tumore HR-positivo/HER2-negativo con mutazioni nel gene PIK3CA è Alpelisib (Piqray®) capace di inattivare l’isoforma p110α di PI3K.12 Roche sta lavorando allo sviluppo di Inavolisib: un inibitore selettivo in grado di promuovere la degradazione dell’isoforma alfa-mutata di PI3K. Qualora gli studi attualmente in corso su inavolisib dovessero avere un esito positivo in termini di profilo di efficacia e sicurezza, questo inibitore potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica valida per le pazienti affette da questo sottotipo di carcinoma mammario in stadio avanzato. La disponibilità di nuove opzioni terapeutiche rafforzerebbe la necessità di testare i biomarcatori quali PIK3CA al fine di sviluppare un piano di trattamento basato sul profilo genomico del tumore.