Come viene diagnosticata l'IMA?
L’infarto miocardico (IM), comunemente noto come infarto miocardico acuto, è definito dal punto di vista patologico come la morte irreversibile delle cellule miocardiche causata da ischemia. Dal punto di vista clinico, l’ischemia miocardica è una sindrome che può essere riconosciuta da una serie di sintomi: il dolore toracico è il segno distintivo nella maggior parte dei casi, supportato da alterazioni biochimiche negli esami di laboratorio, alterazioni elettrocardiografiche (ECG) o risultati alla diagnostica per immagini in grado di rilevare lesioni e necrosi del miocardio.
La quarta definizione universale di infarto miocardico propone che il termine infarto miocardico acuto (IMA) debba essere utilizzato solo in presenza di danno miocardico acuto con evidenza clinica di ischemia miocardica acuta.4
La diagnosi di IMA richiede un aumento o un calo dei valori di troponina e la presenza di almeno uno dei seguenti criteri:
- sintomi di ischemia miocardica acuta;
- nuovi risultati elettrocardiografici (ECG) ischemici;
- sviluppo di nuove onde Q anomale;
- evidenza alla diagnostica per immagini di perdita di miocardio vitale o movimento anomalo di una qualsiasi delle pareti dovuto a causa ischemica; o
- identificazione di un trombo coronarico all’angiografia.
In caso contrario, si propone di fare riferimento solo al danno miocardico.4 I test ad alta sensibilità per le troponine cardiache (high-sensitivity cardiac troponin, hs-cTn) sono raccomandati per l’uso clinico di routine.5 La lesione miocardica è definita come presente quando i livelli ematici di cTn sono aumentati al di sopra del limite di riferimento superiore (Upper Reference Limit, URL) del 99° percentile.5,6 La lesione può essere acuta, come evidenziato da un pattern dinamico di nuova rilevazione in aumento e/o in diminuzione dei valori della cTn al di sopra dell’URL del 99° percentile, o cronica, nel contesto di livelli di cTn costantemente elevati.